VIADANESI PER VOCAZIONE

Cittadini attivi per una città europea - Viadanesi per vocazione

lunedì 18 ottobre 2010

COMMENTO DEL NOSTRO PORTAVOCE


Il gravissimo episodio di violenza consumato a Milano nei confronti di un taxista per aver investito un cane in mezzo alla strada, induce ad una riflessione sul punto a cui siamo arrivati come società cosiddetta “civile”. Il fatto purtroppo non è isolato e si somma ad altri episodi di violenze personali, di omofobia, di violenze su minori, di pedofilia e di omicidi dentro le famiglie, che mettono in luce una società allo sbando, orfana di valori forti e piena di paure e tensioni che poi si scaricano in eccessi oltre il limite dell’umana tolleranza. Ai problemi derivanti dalla forte immigrazione (ovvero di gente disperata che si aggrappa ad un futuro fatto di umiliazioni, di duro lavoro spesso sfruttato, di indifferenza e odio razziale, di sopravvivenza, di soprusi e di manovalanza per la criminalità più o meno organizzata) oggi si aggiungono quelli dei “normali” cittadini con risvolti preoccupanti per atti contro la persona sempre più efferati e sempre più inaspettati con troppo disprezzo per la vita umana, valutata meno di un sopruso o di un incidente o della soddisfazione delle proprie debolezze.
E’ più che evidente che viviamo in una società dove l’esasperazione, l’insoddisfazione sociale ed economica, la preoccupazione sul futuro e ma anche del presente sono in aumento e condizionano non poco i nostri rapporti sociali, i nostri stili di vita e le nostre reazioni comportamentali.
Ci siamo tutti impoveriti culturalmente con l’aggravante di un impoverimento economico diffuso che colpisce tutte le categorie sociali, non solo pensionati e bassa manovalanza, ma anche specializzati, impiegati, commercianti, artigiani, professionisti, piccoli imprenditori, sia nel settore privato che in quello pubblico, ovvero quello che una volta era il ceto medio.
Siamo ogni giorno tutti più poveri con sempre meno prospettive di ripresa e condizionati da una televisione che sovverte la realtà, tarata su un mondo ideale ma irreale riservato a pochissimi eletti (politici professionisti e nominati, grandi imprenditori, mondo dello spettacolo e grandi evasori).
Tutto questo ci rende meno sereni, meno fiduciosi, meno tolleranti e pazienti comprimendoci sempre più al livello più basso degli extracomunitari ed alla loro disperazione per quanto non abbiamo, per quanto ci viene negato e per quanto pochi altri hanno in eccesso ma sempre ben tutelato.
La più grossa preoccupazione va ai nostri figli, con un futuro che gli è stato consumato in anticipo, senza prospettive e opportunità; senza quel travaso di valori, di ideali e di speranze che le generazioni precedenti hanno avuto; senza una base culturale per aiutarli a comprendere e a reagire; senza un supporto economico perché, anche coi sacrifici, i risparmi di una vita vengono erosi dai debiti e dalle spese, in una società che ha precarizzato il lavoro e i guadagni ma ha consolidato i ticket, gli aumenti tariffari, le tasse nazionali e locali e le imposte.
Credo occorra una presa di coscienza collettiva e un atto di civile ribellione, facendo prevalere i diritti dei più deboli, dei più onesti, dei più buoni affinché diventino maggioranza nel Paese e nelle città a scapito di quanti (e sono la minoranza) tengono in ostaggio il Paese e la sua democrazia in difesa di un benessere proprio e di privilegi negati agli altri. A Viadana qualcuno più saggio di me auspica che alle nostre città vengano date un’anima per renderle più vive e più vicine alla gente: cosa che condivido ma che necessita che ciascuno di noi riscopri la propria anima individuale al servizio di valori etici che hanno fatto progredire il mondo consapevoli che là dove mancano il mondo è fermo o regredisce.
 
Stefano Rocchi - Viadana

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