La triste telenovela sull’argine di San Matteo mette sotto i riflettori le tante incapacità di dare risposte concrete e immediate ai problemi delle comunità locali da parte di enti ed istituzioni.
I tempi di erosione e sfaldamento dell’argine sono più brevi di quelli della politica, divisa nel rimpallare responsabilità tra Aipo e Provincia, enti preposti per intervenire anche collaborando nell’interesse dei cittadini.
Dispiace assistere ai balletti di corteggiamento verso l’opinione pubblica di rappresentanti del popolo che fanno a gara (a parole) su chi più avrebbe fatto o meno competenze avrebbe nel cercare di risolvere un problema che, nei fatti, rimane irrisolto per la solita carenza di fondi.
L’AIPO ha in bilancio oltre 268 milioni di euro nel triennio 2011/2013 di cui 460.000 sono destinati per opere di “decespugliamento e disboscamento argini maestri” che solo in minima parte riguardano il viadanese.
A questo punto non rimane che chiedersi a cosa servano tanti enti con tanti funzionari ben pagati se privi delle necessarie risorse per fare ciò per cui sono stati costituiti ovvero intervenire in situazioni d’emergenza.
Gli interessi locali e, soprattutto, la sicurezza dei cittadini dinnanzi al cedimento di un argine indispensabile per contenere le piene di Oglio e Po non hanno bisogno di litigi ma di piena collaborazione fra tutti, con spirito di servizio e senza autocelebrazioni da parte di chi dovrebbe agire per “dovere” istituzionale.
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